Daniela Panetta autrice del libro Sete di voce

Daniela Panetta autrice libro Sete di Voce

Ciao a tutti e benvenuti a questa nuovissima intervista di Bookness.

È veramente un grandissimo piacere avere dall’altra parte Daniela Panetta, autrice del libro Sete di voce, appena tornata da un concerto al Castello Sforzesco di Milano.

Daniela ciao, dicci chi sei e di che cosa di occupi.

Buongiorno a tutti e grazie per questa accoglienza.

Mi occupo di voce, come dice il mio libro.

Sono una cantante prevalentemente jazzistica, anche se non mi piacciono le etichette perché, come diceva Stravinskij, la musica o è bella o è brutta, per cui mi piace cantare tutto ciò che di bello mi viene proposto.

E, in parallelo alla mia attività artistica, c’è quella didattica.

Mi occupo di didattica della voce da 30 anni, e in questi anni ho avuto il piacere, l’occasione, di relazionarmi con vari mondi della voce, oltre al jazz.

Ho varie specializzazioni in campo vocale, mi sono innamorata della voce a tutto tondo per cui ho preso dei master in vocologia artistica, piuttosto che solo nella ricerca scientifica, didattica, e ho a che fare con i medici.

Daniela, puoi spiegarci che cosa significa in pratica didattica della voce?
Per me, didattica della voce significa entrare in un mondo che fa parte della cura dell’essere umano.

Chi hai davanti lo devi amare profondamente e capire che ogni voce ha una possibilità, non soltanto quella talentuosa.

La voce parla di sé, di cose molto profonde ed è un’esigenza di comunicazione, per cui a me piace pensare di prendermi cura di quella così profonda.

È il biglietto da visita di una persona: anche un semplicemente suono dice tanto di noi.

E per molti la voce è una terapia.

Non mi occupo solo di professionisti, devo dire che la sfida è proprio quella di prendersi cura di persone che hanno difficoltà e condurle a trovare una loro dimensione.

Quando incontri una persona e soprattutto, ci parli, riesci ad ottenere delle informazioni soltanto ascoltando la sua voce?
Sì, attraverso la postura, il suono, il modo di portare la frase e la voce.
Bene Daniela, che ne diresti, quindi, della mia voce e del mio modo di comunicare con questa pessima dizione marchigiana?
Beh sai, la dizione può essere cancellata dove sia utile ai fini della messa in scena teatrale.

Ritengo che mantenere le proprie origini sia il proprio biglietto da visita; il timbro vocale, l’accento parla invece di chi siamo, da dove veniamo, dicono tanto di noi, subito.

Direi che hai una voce molto profonda, piuttosto impostata, una buona capacità comunicativa, a tratti ammaliante.

Ciò che mi è piaciuto del tuo libro è che riesci a rendere fruibili questi concetti.

Per la gran parte delle persone è qualcosa di estraneo imparare come governare e utilizzare, in particolar modo nel canto, la voce per essere delle persone migliori.

La voce fa parte della nostra quotidianità, che cosa saremmo senza di essa?

Mi piace che tu abbia reso, queste tipo di risposte facili, utili e applicabili a ognuno di noi.

Quindi, un manuale breve, che spiega quelle che sono le fondamenta della tecnica vocale.

Parlaci, ora un attimo, di questa tecnica vocale, facci capire in maniera pratica come potremmo migliorarci.

Insegnare questa materia significa avere a che fare con il corpo, che deve fare una serie di esercizi.

In realtà, nel canto, e lo sottolineo in uno dei capitoli del libro, dobbiamo riscoprire quello che già abbiamo, e spesso e volentieri dobbiamo togliere quel surplus che ci creiamo, pensando che per cantare dobbiamo fare chissà quali capriole o doppi carpiati.

In realtà il nostro corpo già è predisposto.

Quindi occorre entrare in contatto con il proprio corpo, andare ad aggiustare vizi posturali, ricercare quella respirazione profonda che ci appartiene, farla diventare un atletismo con un allenamento regolare, come in tutte le professioni o tecniche.

Mi ha colpito questo termine che hai utilizzato: atletismo.
Sì, per poter fare delle cose, delle performance, nel canto, nell’atto artistico, c’è bisogno di applicare degli atletismi respiratori, proprio delle tecniche muscolari, che supportano un suono in un determinato modo, portano un pianissimo o un fortissimo.
Leggendo il tuo libro, spieghi queste tecniche di utilizzo della voce, e dimostri che, quando si riesce ad essere efficace da questo punto di vista, il risultato è produrre emozioni diverse in chi ascolta.
Occorre padroneggiare la tecnica, farla propria e poi dimenticarla.

E se la dimentichi, il corpo è talmente rilassato che riesce ad esprimersi, a tirare fuori la parte più emotiva, senza pensare a cosa fare e come farlo.

Salire su un palco e pensare a come respirare e cosa fare sicuramente non funziona, diventa tecnicismo, e non sopporto i cantanti ipertecnici?

Secondo me la tecnica di un grande cantante non si deve sentire, deve arrivare tutto molto facile, molto semplice, molto naturale.

A chi è rivolto questo libro, ai cantanti?

È rivolto principalmente ai cantanti, ma anche a tutti coloro che fanno un uso professionale della voce.

Nel libro non parlo solo di canto, ma anche dell’igiene, di come affrontare la memorizzazione di un testo, per cui va bene anche per gli speaker, per gli attori e per tutti coloro che fanno un uso professionale della voce.

Sicuramente è un manuale che può servire anche all’insegnante di canto.

Questo anno festeggi i trenta anni di insegnamento, un’esperienza profondissima.

Leggendo la tua biografia sei a dodici esperienze discografiche e, alla luce di questo background, che cosa ti ha dato in più il libro, cosa è successo dopo che hai scritto un libro su questa materia di cui sei veramente esperta?

Il libro ti ha dato qualcosa di più?

Ho scritto anche un altro libro in precedenza, molto più analitico, di una materia più specifica, per un gruppo d’èlite.

Questo invece, nasce per caso.

Durante il lockdown ho fatto dei piccoli video, puntate, su YouTube, dando dei suggerimenti a persone che non potevano permettersi lezioni di canto.

Ho raccontato delle cose sulla voce, ed è nata una magia.

Le puntate online sono state completamente trascritte da un ragazzo che si chiama Andrea Finardi, che ho conosciuto in questo periodo, regalandomi una grande emozione.

Dalla memoria infallibile, seduto su una sedia a rotelle, paralizzato, con difficoltà di linguaggio, Andrea è seguito da un’insegnante di musica, che mi ha contattata dicendomi che Andrea stesso era entusiasta di questo programma e aveva trascritto tutte le lezioni.

Ho preso queste trascrizioni, le ho riviste, e ho deciso di rendere onore al lavoro di questo ragazzo, a cui sono molto affezionata.

Dopo questa esperienza Andrea sta ricevendo molte proposte di trascrizioni e per lui sta diventando un lavoro.

Parte del ricavato della vendita di Sete di voce, andrà devoluta all’associazione di cui Andrea fa parte.

Devo dire che, le vendite stanno andando molto bene.

È un libro magico, molto semplice, fruibile da tutti, dove ho utilizzato un linguaggio accessibile, non solo agli addetti ai lavori, ma anche ai curiosi.

Quando non fai una cosa per raggiungere il successo, ottenere un risultato, nascono delle sinergie magiche, belle, degli incontri basati su uno scambio umano, e le cose vanno sempre in modo molto gioioso e arrivano anche a chi non ne usufruisce.

Faremo anche una breve presentazione nell’associazione di cui fa parte Andrea, il 18 settembre e il 18 dicembre.

È veramente un libro trasversale.

C’è una recensione sul tuo libro, del compositore Alessandro Cirino, dove sostiene che, grazie alla lettura del tuo libro, i compositori possono capire cosa sia meglio scrivere, in relazione all’utilizzo delle voci, in una composizione musicale.

Spesso e volentieri, chi compone per voce, non ha queste conoscenze.
Questo spiega le sinergie insite in qualsiasi forma d’arte.

Il tuo libro, mi ha dato tante informazioni utili pur non essendo un cantante.

Secondo me aiuta proprio a livello comunicativo, anche chi si occupa di vendita, per chi vuol convincere una persona.

Indipendentemente che sia una nota intonata, oppure una parola parlata, può essere utile.

E poi è piccolino, si può mettere anche in borsa.

Sì, è piccolino, ma è comunque è un libro di 112 pagine, non ha duplicazioni di concetto, pieno di spunti, che permettono di acquisire conoscenza e pratico!

Sì, 112 pagine, venti capitoli, per cui venti argomenti.

E poi abbiamo messo il link di riferimento ai video che ho fatto in ogni capitolo, in modo che, quando qualcuno esegue l’esercizio che suggerisco, può avere l’esempio da guardare.

Questa cosa è piaciuta, mi ha dato tanti riscontri positivi.

Sei tu che fai vedere come fare?
Sì, sì sono io.
Fantastico, questa è un’evoluzione nell’aspetto interattivo e operativo che il libro propone.

Daniela, anche se avevi già pubblicato un altro libro, come ti sei trovata con Self Publishing Vincente?

Questa è stata veramente una bellissima esperienza, mentre per l’altro libro non sono stata molto seguita.

All’inizio, ho avuto paura perché mi sembrava di dover fare tutto da sola, invece mi avete seguito fin da subito, proprio nel mio essere impedita rispetto a certe tecnologie, di cui non capisco niente.

Il mio lato artistico esce, prorompente, in queste situazioni.

Ma voi siete uno staff incredibile, molto attento e fate parte di ciò che chiamo “cura”, inteso proprio come aver cura di chi abbiamo davanti.

Tutti i ruoli che ricoprite sono estremamente portati con grande competenza ma non solo, perché la competenza è fine a sé stessa, non è sufficiente a creare una bella armonia, sinergia, a far sì che le cose funzionino, come sapete fare voi.

Siamo riusciti a fare questo libro in pochissimo tempo, con una grande attenzione da parte vostra.

Vi ho stressato con telefonate, mail, e dopo pochi secondi avevo sempre una risposta da qualcuno.

Lo consiglierei a chiunque, proprio un bel lavorare, sono molto soddisfatta!

Daniela grazie, sottolineo che se noi riusciamo a darti quello che tu ci stai dicendo, è perché c’è anche il tuo contributo.

Non si fa mai un lavoro da soli, ma è sempre un lavoro di squadra, quindi grazie a te.

Bene, il libro è Sete di voce.

Daniela dove possiamo trovarti? Hai un sito web? Hai una mail?

Ho un sito nuovo, che non si vede ancora, e sono sulle varie piattaforme Instagram e Facebook.

Ho il mio canale YouTube “Daniela Panetta”, dove ci si sono le puntate, pubblico vari video, relativi alla mia attività.

Posso proporti di cantare qualcosa?
Ah salutarvi con un canto?

Se vuoi ti saluto con una frase di un brano jazzistico meraviglioso che è “Everytime we say goodbye”:
ogni volta che ci si saluta viene un po’ da piangere ma poi ci si rincontra.

“Everytime we say goodbye, I die a little.
Everytime we say goodbye, I wonder why a little
Why the gods above me, who must be in the know
Think so little of me that they allow you go”.