Intervista a Giuseppe Franco esperto di public speaking e il suo micidiale biglietto da visita

 

Ciao a tutti. Benvenuti in questa nuova, interessantissima intervista di Bookness. Dall’altra parte il mitico Giuseppe Franco. Lui è un consulente di comunicazione. È un esperto di public speaking ed è l’inventore del Metodo 4S. Quindi bando alle ciance. Giuseppe, dicci chi sei, cosa fai, insomma, parlaci di te. 

È difficile, a dire il vero, aggiunger qualcosa, visto che sei stato così sintetico ed efficace nello stesso tempo. Sì, dici bene. Il fatto di essere un consulente di comunicazione è molto legato. Il lavoro del consulente della comunicazione che è nato pian piano, con l’esperienza che ho, ecc.

Però quello che dici sul public speaking, che è fondamentale, è il fatto che poi un’esperienza mia, proprio personale, che ho vissuto, poi è diventato anche un metodo, che è il Metodo 4S che tu hai citato.

Alla fine è difficile dare un’etichetta. Mi sento più un esploratore. Un esploratore, cioè colui che esplora e conosce sempre nuovi mezzi, ovviamente appassionato di comunicazione. Ho iniziato a fare la radio che avevo quattordici anni, per cui ho sempre avuto a che fare con questi strumenti. Poi ovviamente queste cose si sono unite con il web e hanno dato spazio a volte ad alcuni errori. Errori che continuo ancora a fare, devo dire la verità e poi ci sono i non errori.

Qualcosa che funziona e che ritorna, come il Metodo 4S che tu hai citato.

Grazie, ottima introduzione. E per quel che riguarda la tua produzione, definiamola letteraria, io so che tu hai scritto ben due libri sul public speaking, con angolature diverse. Quindi parlaci, per cortesia, di questi due libri e spiegaci come questi libri sono posizionati all’interno del tuo business.

Cioè, come li usi funzionalmente al business, alla tua attività.

È un’ottima domanda, per il semplice fatto che tu citavi le due angolazioni diverse. Guarda il caso, i libri sono qui! Uno è questo, Paura di Parlare in Pubblico: Metodo 4S, spero che si veda bene a favore di camera, e poi ce n’è un altro, che è Public Speaking: Come Scrivere un Discorso Pubblico. Ora, al di là del mio ego che si è nutrito in quest’istante nel parlare dei miei libri, la cosa fondamentale, che è una cosa che mi va soprattutto di condividere con quello che fai tu, Emanuele.

C’è questa attività che svolgi, il discorso di affiancare le persone che vogliono comunque utilizzare un libro. Ma è importante questa cosa. Soprattutto perché? Parlando del primo libro, quello sul Metodo 4S, devi pensare che in una prima fase, in cui tu sei dubbioso… Cioè il Metodo 4S, che è questo metodo di public speaking, non è nato in giorno, ovviamente. C’è una raccolta se vuoi, di esperienza mia vissuta, di diversi anni. Dicevo prima, ho iniziato con la radio che ero giovanissimo e, tra l’altro, io, da persona timida, quale ancora sono anche se magari qualcuno dice “ma com’è possibile?” perché mi sono abituato a creare, ho lavorato molto su me stesso.

Quindi pian piano avevo messo insieme queste cose. Queste cose di cui stiamo parlando, per cose intendo degli appunti di cose che ho creato, che ho scritto, ecc. A un certo punto, tra la consulenza, tra quello che facevo, tra le persone che consigliavo, dico: perché questa esperienza non la trascriviamo in un libro? Quindi questo è il primo passaggio, ed è importante questo. Perché lo dico? Lo dico, e tu questo penso che me lo possa insegnare visto che ti relazioni spesso con tipologie di persone, insomma, professionisti, imprenditori che vogliono iniziare a scrivere. Io invece in quel momento avevo il bagaglio, ma dici: ma cosa devi scrivere in un libro? Devi scrivere esperienza. Cioè, alla fine devi trascrivere la tua esperienza.

Ovviamente, se io avessi potuto, nel momento in cui ho concepito questa cosa, essere affiancato da una persona che mi dava delle indicazioni, probabilmente avrei fatto di meglio. Però già il discorso di aver utilizzato questo passaggio è determinante. Perché uno pensa che debba dire chissà che cosa. Ecco, il libro di cui abbiamo parlato, quindi Public Speaking Metodo 4S, è un metodo trascritto, quello della mia esperienza, l’esperienza come formatore, come consulente, per cui poi ho trascritto questa cosa. Difatti chi lo legge sa benissimo che ci sono anche dei disegni fatti a mano, proprio perché non volevo togliere quell’aspetto di umanità, quel passaggio che c’era in proprio quello che era il mio racconto. Passando alla tua seconda domanda, che era quella di dire come: come lo utilizzi? Lo utilizzi sicuramente, è uno strumento efficace. Molte persone mi dicono spesso: ma, si devi scrivere un libro.

Certo, il libro è impegnativo, anche, da scrivere. Ti richiede un po’ di tempo. Secondo me quando c’è questa limitazione, visto che possiamo nomi, tipologie, termini di marketing, perché immagino che chi ti segue, insomma. Però se dicessimo, il ROI del libro? Molti dicono: ok, ma devo spendere per questo libro, devo scrivere tante pagine, devo magari investire del tempo, nell’immediato cosa mi dà? Mi dà i 16 euro, mi dà i 20 euro del libro. Eh no! Non è quello.

Quella è soltanto una cosa simbolica. A meno che non sei Dan Brown, voglio dire, ma è chiaro che non fai dei guadagni con libro. Il guadagno però è avere un occhio sul futuro. Le due cose che fai, poi se vuoi possiamo parlare anche dell’altro, che è un’altra versione, ma questo, per esempio, il 4S, cosa fa? Uno: identifica la tipologia di persone che vuoi raggiungere. Ma non è che ti alzi alla mattina e dici: fai così. però le persone si sono identificate in quello che sono io e quindi si avvicinano a me.

Quindi che legge il libro dice: ah, Giuseppe, ho letto questo, ah Giuseppe, ho letto quest’altro. Tu devi pensare che quando è uscito all’inizio il libro, ne ha parlato anche Millionaire, e poi i lettori hanno scritto, perché molti si sono identificati nel libro. Quindi c’è un’identificazione. Un secondo aspetto è il fatto che poi a distanza qualcuno ti chiama, cioè: senti, vorrei essere aiutato su questo. E quindi non è più il libro, non sono più i 10 euro, 20 euro, 30 euro. È quello che matura subito dopo. 

Grazie.

Parlo troppo, lo so.

No, no, assolutamente. Siamo qua per quello, per carpire la tua conoscenza attraverso le tue parole. Quindi consiglieresti a un imprenditore di scrivere un libro, proprio per massimizzare questi effetti di autorevolezza e soprattutto, da quello che ci stai dicendo, di networking, cioè la possibilità, anche grazie al libro, di creare delle relazioni strategiche magari proprio funzionali al business.

Allora, la mia risposta è sì, nella misura in cui riesci ad avere una visione totale della strategia del libro. Cioè, voglio dire, è vero che devi giustamente dedicare del tempo. Se ti fai affiancare dalle persone giuste per farlo, ancora meglio. Poi so che su questo si discute molto, sul fatto del passaggio “il libro non serve, per fare marketing serve altro”.

Sai che c’è questa dicotomia, c’è chi lo fa per posizionamento, tutte queste cose. È ovvio che ci sono dei libri che sono una grande lettera di vendita. Se fai quel libro, non so quanto abbia questa super efficacia, perché le persone in qualche maniera devono prendere qualcosa da te. Però se fai un libro dove attesti la tua autorevolezza, ti fai vedere con l’imprenditore che conosci quell’argomento, è sicuramente un grande investimento.

Lo fai adesso, ma poi ti matura dopo. E soprattutto, io consiglio anche nelle relazioni, quando uno va a parlare in pubblico, per dire, e ha scritto un libro, io dico: senti, non andare lì con i santini, intendo il bigliettino da visita, che ho anch’io, non è che sto dicendo che sia una cosa sbagliata: Io dico sempre i bigliettini da visita usati come raschietti per il ghiaccio, perché i miei sono rigidi, no? Quindi lo faccio per quello. Però se tu invece identifichi delle persone, dei punti importanti, cioè delle persone influenti, influenti, nel senso, i rappresentanti direttore vendite di un qualcosa, ecc.

Piuttosto che dare un bigliettino, prendi e dici: senti, questo è il mio libro! Che dici di dedicare una lettura a quello che è? Uno mi potrebbe dire: ma sai, per produrlo ho speso 6 euro, 8 euro, quello che è. Tu non hai idea di quanto questi 8 euro possano triplicarsi, triplicarsi è pochissimo, dammi un numero tu…

Moltiplicarsi, diciamo moltiplicarsi.

All’infinito, voglio dire, perché uno legge e apprezza più di un banalissimo bigliettino da visita. Quindi nel momento in cui fai un libro, poi il libro comunque ti dà quell’autorevolezza. Sento pareri discordanti, ma io mi sento di dissentire.

Sia per quanto mi riguarda e sia per le persone che collaborano con me, che hanno scritto dei libri, che hanno comunque un’efficacia su quello che si ha in lungo tempo. Non è immediato chiaramente, a meno che… non so se tu hai esperienze di altro tipo. Non è sicuramente immediato un grande ritorno, però è un buon investimento.

Sì, molto interessante quest’aspetto che ci hai esposto relativamente all’utilizzo del libro come biglietto da visita. Per quello che riguarda la tua considerazione sul fatto che oggi alcuni esperti di marketing, anche molto noti, possono dire: guarda, no, non usate il libro perché lo stanno facendo tutti o è una cosa sbagliata, ciò che secondo me, ma oggettivamente non è un’opinione personale, è sbagliato, è scrivere e pubblicare magari un libro quando non hai da vendere niente dopo il libro. È quello il punto.

Perché se tu non hai un’offerta convincente di un tuo servizio, di un tuo prodotto, che costa ben di più del libro, dopo il libro, è chiaro che è inutile scrivere questo libro, perché avrai autorevolezza in un campo, avrai la possibilità di essere letto da tante persone. Potrai fare delle promozioni gratuite su Amazon e raggiungere in poche ore centinaia di persone. E dopo? E dopo, niente, rimani come prima.

Quindi, come giustamente hai detto tu, con il libro, con le vendite del libro, non è che ci si arricchisce. Però il libro diventa uno strumento veramente micidiale di marketing e di arricchimento nel momento in cui lo si utilizza come veicolo di vendita soft, definiamola così, del prodotto e servizio a costi ben più elevati del libro che hai all’interno della tua attività. Quindi oggi abbiamo tutti la necessità di fare content marketing, il cosiddetto marketing dei contenuti, e niente è più compatto, esaustivo e memorabile di un libro. Bene.

Grazie, Giuseppe. Una domanda, questa è una mia curiosità. Tu hai scritto due libri, sullo stesso tema fondamentalmente, e, abbiamo detto, con due angolature diverse. Ora, la domanda è: perché hai scritto questi due differenti libri? Tutto è nato da un’analisi di mercato, da un riscontro che hai avuto svolgendo la tua attività a contatto con tanti clienti, oppure c’è una motivazione da un punto di vista dello sviluppo del tuo business che magari ci sfugge?

Diciamo che ci sono entrambe le cose. Considera che ogni mattina registro qualcosa che riguarda il public speaking, quindi leggo continuamente, incontro persone, per cui nascono sempre degli spunti diversi. Per cui questo sicuramente ti porta, ti veicola verso una nuova produzione, un nuovo contenuto, che è quello che io chiamo “lo spezzatino”. Adesso se vuoi posso dirti che cos’è, non è niente di che, ma che riguarda la produzione di contenuti e invece il discorso di andare a vedere le richieste che ricevi solitamente e poi vai a valutare il mercato, pure.

Quindi generalmente io faccio due incroci. Nel senso che se trovo delle persone che mi hanno chiesto, che so, “sai, mi servirebbe una cosa più specifica”… Perché il Metodo 4S, il primo libro, ha un metodo. Visto dall’alto ci sono alcuni elementi, ci sono esercizi, ecc. Poi è chiaro che in ogni singolo passaggio ci sono punti più determinanti. Io poi ho trovato necessario, visto che il Metodo 4S, il primo, ha un incrocio tra, se vuoi, crescita personale, professionale e tecniche di comunicazione, l’aver messo insieme per poter affrontare quella che è l’ansia, per esempio paura di parlare in pubblico, ecc. Pensiamo agli stessi scrittori che devono parlare in pubblico e quindi sono così emozionati nel presentare il loro libro.

Cosa possiamo fare? Il secondo invece è un po’ più di nicchia all’interno del public speaking. Cosa voglio dire? Parlavamo del secondo, che come abbiamo visto casualmente è qui, dove parlo di come scrivere un discorso pubblico. Quindi, in quel caso, attenzione: public speaking per il business, tra l’altro, Emanuele, una cosa che non avevo messo in considerazione. Perché io, poi, cosa ho fatto, avendo un primo metodo e un metodo specifico per il business? Perché, vedi, tutti i corsi, tutto quello che c’è di public speaking, era per tutti, public speaking per tutti. Io invece ho deciso di posizionarmi, mettermi sul mercato su quello che è il business. Quindi questo secondo libro non è altro che la produzione esatta per poter scrivere un discorso, fine a se stesso.

Certo, ci sono dei richiami alla paura, ecc., però è più specifico e va a intercettare, visto che tu parlavi anche di mercato o meno, sicuramente un’esigenza specifica. Capisci, se parliamo di parlare in pubblico, lì trovi come poter impostare il discorso, come poterlo mettere insieme, quali sono gli elementi. Io lì sono entrato nello specifico. Sono cose nate ovviamente sia con gli incontri e sia anche con quello che vedi nascere sempre sotto i tuoi occhi. 

Benissimo. Se dovessi suggerire un libro agli scrittori che ci seguono, perché Bookness è anche una branca di Scrittore Vincente e di Self Publishing Vincente, qual è dei due libri il più adatto proprio per uno scrittore per imparare, ad esempio, come fare delle presentazioni dal vivo, senza impappinarsi, senza fare magari degli errori grossolani?

Se è alle prime armi sicuramente Metodo 4S, il primo che ti ho fatto vedere. Perché Paura di Parlare in Pubblico: Metodo 4S, son 4 S, di cui nelle prime 2 ti dice come devi gestire l’ansia, come affrontarla, ecc. Le altre due S riguardano proprio come selezionare gli argomenti giusti e poi l’ultima S che sta per “sedurre il tuo pubblico”. Sedurre, ovviamente non fantascienza, parliamo di sedurre per riuscire a essere convincenti.

La gestione delle obiezioni. “Oh, mamma mia, ma in ‘sto libro che cosa hai scritto?” Ecco, per esempio, come possiamo affrontare questo. Ovviamente se poi invece uno è esperto, già pratico, che comunque parla in pubblico e vuole invece pensare a un discorso più costruito, mirato a un argomento di cui si occupa, ad esempio, non so, in campo economico piuttosto che altro, chiaramente andrei sul secondo, che dà per scontato, anche se c’è una parte sulla paura, che comunque un minimo hai già un po’ di praticità nel parlare in pubblico. 

Benissimo, Giuseppe, ti ringrazio. Veramente hai dato dei contributi nuovi, per le interviste che ho fatto sinora, e assolutamente utili e interessanti. Dove possiamo trovarti? Quali sono i tuoi link e gli spazi sul web in cui andare a trovarti?

Do uno spazio unico, preciso, così non creiamo confusione, che è Metodo4S.it poi se qualcuno volesse, o è habituè, ascolta i podcast e volesse sentire una pillola quotidiana o quasi, riguardo al public speaking, consiglio di andare, non so, su iTunes, Spotify, quello che è, scrivere “Buongiorno Speaker“, che è il mio buongiorno del mattino in cui dò delle tip per quanto riguarda la comunicazione, professionale e non, sul public speaking.

Benissimo. Grazie ancora, Giuseppe. Ci vediamo presto a Milano, mi offri una cena ;-). Ciao!

Assolutamente sì! Ciao a tutti!

 

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