Ciao a tutti e benvenuti in questa nuova intervista di Bookness con il Dott. Claude Jolidon psicologo e psicoterapeuta.
Lui vive in Svizzera ad Ascona, una splendida città in prossimità del lago maggiore e ha pubblicato con Bookness in Self Publishing vincente, un libro di grande qualità. Un testo scientifico con una sottile linea ironica che lo contraddistingue
Però prima di parlare di questo libro che si chiama “L’allegra medicina” ciò che più mi interessa è presentarvi Claude Jolidon, ciao e presentati…
Mi chiamo Claude Jolidon, un nome di origine Svizzera Francese. Sono arrivato circa 35 anni fa dal Canton Ticino di lingua italiana e li mi sono stabilito con la mia professione, in uno studio privato da 25 anni, dopo aver lavorato in strutture psichiatriche pubbliche.
Perché hai pensato di scrivere un libro, alla luce di questa tua esperienza come psicologo e psicoterapeuta pluridecennale?
Da allora ho iniziato a esercitare con uno sguardo critico verso la mia professione, soprattutto la parte Psichiatrica, quella tradizionale con i psicofarmaci, ecc.
A questo libro ho iniziato a pensarci già trent’anni fa, e descrive tutte le mie sensazioni, le mie riflessioni e mie critiche vissute nel tempo. Poi finalmente, notando che girano pochi testi critici su questa materia, mi sono deciso a scriverlo e a pubblicarlo.
Voglio fare il rompiscatole e denunciare, diciamo, quegli aspetti truffaldini di una certa psichiatria. Ho pensato, se non scrivo niente, non scrive niente nessuno, allora ho preso coraggio e in sei anni l’ho scritto.
Lo so che nel vostro servizio avete gente che scrive libri in due settimane, ma non è il mio caso. Il mio è stato un parto, un figlio, per me che sono un’intellettuale. Per questo ci tengo così tanto e per questo non ho così tanta fretta nella pubblicazione così mi prendo il mio tempo.
Mi sono rivolto a te anche per una maggiore diffusione con il Self Publishing perché ormai il Canton Ticino è piccolo, e c’è tutta l’altra Italia che potrebbe essere interessata.
Mio padre ha lavorato per più di 25 anni come infermiere presso le strutture psichiatriche del Fermano, una zona nelle marche, dove io vivo.
Nel 1978 c’è stata la legge Basaglia e si è convertiti i vecchi manicomi, che da quello che ho capito, si basavano su una forma di costrizione, a nuove strutture ospedaliere dove il malato psichiatrico, tra virgolette, viene curato come se fosse un paziente di altre tipologie.
Puoi raccontarci quale è stata la tua esperienza a seguito di questi cambiamenti?
I cambiamenti in Italia, secondo me, sono stati molto positivi, con il riconoscimento del paziente come persona e viene messo l’accento sulla relazione tra curante e paziente, da noi forse c’erano già arrivati in un qualche modo.
Vorrei aggiungere qualcosa sul libro. C’è un altro filone che è l’analisi del linguaggio: come parla la psichiatria e come si parla della psichiatria, perché attraverso il linguaggio noi creiamo le nostre realtà. Critico aspramente come viene utilizzato un certo linguaggio. Parlare di un paziente, di terapie, o di trattamenti coatti, perché privare una persona della sua libertà per me è una forma di tortura, un’azione politica.
Un’ altro aspetto che c’è nel libro e che va molto oltre alla critica sulla psichiatria, è il linguaggio. Ti posso dare un esempio; qualcuno mi ha detto sono contento perché mi sono fatto operare e tolto il mio cancro “sostantivo”, e il cancro si sa, non è un oggetto è un processo. Sarebbe giusto usare dei verbi e se usano le parole in un certo modo, si può creare una certa realtà.
In tanti ambiti come in politica nel giornalismo dove si usano parole come, “sono crollate le borse e 350 mila milioni di dollari sono bruciati in una notte”, quando semplicemente sono passati da una tasca all’altra. Ovviamente però si dà così, un’idea catastrofica di quello che è successo nella borsa, che non è crollata e continua a far transazioni.
Quindi l’altro mio interesse che trovo in questo libro è l’analisi del linguaggio, della grammatica, e della sintassi, per dimostrare come parlando della psichiatria in un certo modo si crea una certa psichiatria.
In futuro mi piacerebbe pubblicare altri libri, più centrati sul linguaggio, prendendo di mira altre realtà a livello politico, sociale, ecc.
Molto interessante, stai facendo un’analisi su quelli che sono i contenuti, cioè la medicina tradizionale che probabilmente va in una direzione e che non sempre è quella più adeguata per la salute, ma potrebbe essere più adeguata per le finanze.
Poi c’è l’altro aspetto relativo ai contenuti e alla forma, come linguaggio, come espressione. Quindi, dopo 25 anni di lavoro nel pubblico sei passato a una struttura privata, anche per distaccati da questo tipo di medicina tradizionale, che nel tuo libro emerge.
Fai anche una metafora molto interessante quando dici che l’imperatore psichiatrico è nudo. Parlaci di questo passaggio dal pubblico al privato e che cosa significa questa metafora se magari è legata proprio al passato…
Sono passato dal pubblico al privato perché non ne potevo più di vedere queste inadempienze della psichiatria ufficiale.
Ho cercato, seguendo anche i consigli di Basaglia, di fare psichiatria a modo mio, creando un rapporto tra due persone e non tra un terapeuta e paziente. Questo non mi era possibile nel servizio pubblico perché dovevamo attenerci a certe regole, emettere certe diagnosi, etichettare le persone, e questo mi causava veramente un grosso disagio interiore e appena ha potuto, nel 95, mi son messo in privato tentando questa avventura.
Con la metafora citata nella famosa fiaba di Andersen io mi sento come il bambino che dice “guardate l’imperatore è nudo”, mentre lui crede di essere vestito. Questa fiaba mi sembra un esempio di come si creano delle manipolazioni di massa, e con questo libro, spero di riuscire a risvegliare le coscienze di tante persone che soffrono per via della psichiatria.
Dimostro anche nel libro come vengono inventate proprio delle malattie e terapie, nel senso che ci sono dei consensi di eminenti professori, magari anche bravi, che però si riuniscono e votano a mano alzata.
Per esempio, l’omosessualità degli anni 50 era considerata una diagnosi psichiatrica, poi di fronte al risvegliarsi di movimenti omosessuali, soprattutto in America, hanno pensato pensato di toglierla perché avremmo avuto degli scandali, e allora si sono riuniti hanno alzato la mano e votato. Quindi si creano e si tolgono delle malattie non nei laboratori scientifici, non seguendo i criteri della scienza ma seguendo i criteri delle opportunità del momento, a livello politico.
Denuncio questo per dire il re nudo. Come pensate che si crei la diagnosi di omosessualità e poi un po’ d’anni dopo la si tolga.
Ora come sai I lettori e gli ascoltatori di BookNess ci seguono perché sono principalmente interessati all’utilizzo delle libro come strumento strategico di marketing per l’attività.
Ovviamente tu sei un libero professionista e peri pazienti che ti arrivano in studio fai le tue consulenze, le tue diagnosi, insomma eserciti la professione e questo libro “l’allegra medicina”, come l’utilizzi? Lo dai anche ai tuoi pazienti per sviluppare questa giusta consapevolezza?
Nel libro sveli, oppure ha in mente altre strategie di promozione per utilizzare il libro e per migliorare quella che è la tua attività, ma non tanto per avere più clienti, ma per creare una comunicazione più completa, più adeguata, per quello che è la tua missione come libero professionista e dottore?
Ad alcuni dei miei clienti ho regalato il libro dopo un certo percorso insieme di psicoterapia, in modo che possano capire un po’ meglio la loro situazione, chi sono io e perché opero in un certo modo con loro, ecc.
Ho avuto finora solo una persona che aveva letto il mio libro, era in cura da uno psichiatra, ma ha deciso di mollare il pubblico e rivolgersi a me.
Per me il libro non dovrebbe servire a far sì che io abbia una clientela più folta, che va benissimo, ma è più un un atto politico nel senso ampio, un atto cittadino. Mi sono accorto dei grossi errori che sono stati fatti nella psichiatria, e non me lo voglio tenere per me, ma che altri psichiatri possano riflettere un po’ diversamente sul loro lavoro.
Il business si basa non solo sui numeri e sulle vendite, ma si basa anche sulla comunicazione, sulla nuova consapevolezza che il libero professionista, nel tuo caso, vuol trasmettere a potenziali clienti o a dei clienti che hai già, e questo ha un valore che magari non può essere misurato in euro ma può essere misurato con qualcosa magari di molto più importante, da un punto di vista umano e culturale.
Poi il fatto stesso che tu hai pubblicato proprio di recente questo libro, è già una persona l’ha letto e quella singola persona deciso di passare da un percorso psichiatrico tradizionale a un percorso psichiatrico diverso, meno legato da quello che ho capito ai farmaci, è già un grande risultato e questo ti fa un grande onore. Ecco la copertina del libro, “l’allegra medicina”, come i pensieri e le parole della psichiatria creano malattie e terapie.
Ho lavorato parecchio con un’amica che adesso non c’è più, una scrittrice argentina e ho lavorato molto sullo stile, perché volevo proprio evitare il solito libro da professorone con terminologie.
La mia idea è che possa essere letto praticamente da tutti per questo ho usato un tono spesso ironico.
Regalerò questo libro prima di tutto a mio padre, che come ho detto ha lavorato nei manicomi tanti anni fa, e a delle storie veramente forti che quando uno le sente sembrano oggi incredibili eppure questo periodo è stato molto recente.
Per comprare il libro di Claude su Amazon,”l’allegra medicina”, nel sito www.ClaudeJolidonLibri.com trovate il link.
Ti ringrazio e complimenti per ciò che stai facendo.
Un abbraccio