Cristian Bevilacqua Flying Yoga Dance

Cristian Bevilacqua autore libro Flying Yoga Dance

Ciao a tutti e benvenuti in questa nuovissima intervista di Bookness. È veramente un grandissimo piacere avere dall’altra parte Cristian Bevilacqua Flying Yoga Dance, autore di un fantastico libro dal titolo “Volere potere volare“.

Christian, non vediamo l’ora di conoscerti. Ci hai incuriosito tantissimo. Dicci chi sei e di che cosa ti occupi.

Ciao Emanuele.

Sono un operatore olistico, un posturologo sportivo e un insegnante di yoga, Gyrotonic e Gyrokinesis. Sono l’ideatore del metodo Flying Yoga Dance e adesso anche autore del libro “Volere potere volare“. Quindi mi occupo di benessere, amo far star bene la gente e far ritrovare l’equilibrio psicofisico.

Quindi il mio obiettivo è cercare di portare le persone in una sorta di equilibrio, sia mentale che fisico.

Bene. Hai fatto anche una stupenda copertina per questo libro “Volere potere volare” e leggo “Il metodo Flying Yoga Dance” che è stato inventato esattamente da te.

Ma prima di parlarci del metodo, in maniera sintetica, ci racconti un po’ la tua storia, da dove vieni? Anche se devo dire che dalla copertina un po’ si capisce.

Sono un ex danzatore professionista e vengo dalla danza, quindi la mia madre è la danza. Ho avuto la fortuna di danzare con i più grandi della danza italiana. Proprio in questi giorni è venuto a mancare uno dei più grandi coreografi del nostro panorama italiano che è Gino Landi, con il quale ho avuto il piacere e l’onore di lavorare per tantissimi anni nella famiglia del Sistina.

Quindi ho lavorato proprio nella famiglia Garinei e Giovannini, nel musical italiano “Vacanze romane” e tantissimi altri musical insieme a loro e poi ho avuto anche la possibilità di lavorare al Bagaglino. Ho girato un po’ il mondo con la danza contemporanea.

Sono stato un artista molto fortunato da questo punto di vista e sono grato veramente a queste persone che ho incontrato. Ne parlo nel mio libro di questo, lo dico sempre che gli incontri nella vita sono importanti. Gli incontri a volte sembrano casuali nella vita ma in realtà non è così.

Noi incontriamo molte persone che ci dicono qualcosa, che ci danno degli input. Mi permetto di chiamarle gli “angeli guida”. Queste persone ti indirizzano per la strada e magari ti consigliano di fare qualcosa piuttosto che altro. Oppure quando leggi un libro e delle frasi ti rimangono impresse. O un percorso che inizi, un percorso che sia logico, o comunque un percorso di vita che ti porta a percorrere poi quella che sarà la tua esistenza, che poi in un certo qual modo è segnata, è scritta.

Bellissime parole. C’è commozione nei tuoi occhi e questo ti fa onore. Ci piace ascoltare in particolar modo queste straordinarie esperienze con personaggi, con spettacoli così noti. Questo è davvero molto interessante, la tua grandissima capacità per la danza, la tua esperienza unica anche in ambito nazionale.

Poi però non ti sei fermato dal punto di vista dello studio, hai fatto quel passaggio in più che in pochissimi fanno, cioè hai raggiunto l’apice nella tua professione e da lì ti sei messo a studiare come poter creare qualcosa di nuovo, queste nuove discipline come il Gyrotonic e poi hai dato vita al Flying Yoga Dance.

Parlaci proprio del metodo Flying Yoga Dance che è l’oggetto del libro.

Sì, il Flying Yoga Dance per me è veramente qualcosa di magico, perché mi ha dato la possibilità di fare quel salto che mi ha elevato e ha elevato anche la mia danza su qualcosa di più alto. Per me la danza è stata sempre un punto cardine fondamentale, però c’è stato un momento della mia vita in cui non mi bastava più danzare.

Quando diventi un professionista, danzi ormai non più perché è la tua ragione di vita, ma danzi perché comunque diventa il tuo lavoro. Non lo fai più per piacere, quasi più. Non diventa più quella cosa di piacere, ma quasi di dovere, perché magari ti impongono delle coreografie, ti impongono qualcosa e lo devi fare. Allora un po’ si spegne quella fiammella che dentro di te ti aveva portato ad essere un danzatore.

Così, ad un certo punto della mia carriera ho sentito la necessità di dedicarmi alla cura e al benessere degli altri. In questo mi ha aiutato molto la tecnica del Gyrotonic e della Gyrokinesis, di cui sono insegnante e che mi ha un po’ traghettato in questo mondo olistico. Ho lavorato sul corpo e su me stesso, perché prima bisogna partire sempre da se stessi, altrimenti non si racconta mai qualcosa di vero.

Dico sempre questo: bisogna raccontare alle persone qualcosa di vero, altrimenti è inutile anche raccontarsi. Nel libro racconto la mia verità, il sudore, l’esperienza, la dedizione. Nello yoga si chiama sadhana e rappresenta appunto l’impegno, la costanza quindi la disciplina. Per me la danza, il Gyrotonic e la Gyrokinesis sono stati comunque delle discipline che mi hanno inquadrato tanto e a un certo punto però sentivo che qualcosa doveva cambiare, che qualcosa non andava più dentro di me. Non mi sentivo soddisfatto, pur essendo sui palcoscenici più grandi che potessi raggiungere.

Volevo fare qualcosa di più alto, portare questo qualcosa agli altri e far sì che quello che facevo potesse arrivare alle persone e in un certo modo potessi essere più utile alle persone. È stato fondamentale l’incontro con il mio maestro, l’ideatore del metodo Gyrotonic, Giulio Horvath, durante una Rejuvenation. Feci un percorso di 15 giorni intensivo dove capii veramente che stavo andando nella direzione giusta e la direzione giusta era quella della cura degli altri e del benessere.

Sentivo che il mio scopo era di voler donare benessere e in un certo qual modo ho sempre donato benessere, anche da danzatore. Perché comunque quando si va a vedere uno spettacolo e lo spettatore trae beneficio dal vedere un’esibizione, è sempre un qualcosa di olistico.

La vedo sempre così, però ho sentito veramente questa spinta e mi sono lasciato alle spalle il palcoscenico e ho deciso di dedicarmi al benessere degli altri. Pensavo fosse facile questa cosa. Poi, in realtà ho dovuto scontrarmi con tanta sofferenza, l’abbandono della danza è stato difficile. Io pensavo: ok, mi dedico agli altri e se prima mi allenavo per 10 ore al giorno, mi sono ritrovato a lavorare sugli altri per 10 ore al giorno e mi stavo mettendo da parte. Stavo mettendo da parte la mia creatività, stavo ignorando la parte più bella di me, diciamo la parte più luminosa di me.

Quindi ho avuto una bella crisi, che poi invece è sfociata in una grande opportunità, perché ho tirato fuori la parte più bella di me che è il Flying Yoga Dance. Tutte le mie esperienze, tutto il know-how sul mondo del movimento, sulla conoscenza del corpo e della mente le ho messe nella mia disciplina, creando questo metodo, il metodo Flying Yoga Dance. Per me è stata la mia salvezza. A quanto dicono, anche molte persone che mi seguono trovano lo stesso beneficio, perché comunque ritrovi la bellezza della danza con la leggerezza del volo e con i principi cardine dello yoga.

Quindi è una fusione di discipline che ti permettono di alleggerire lo spirito e volare in alto verso la parte più bella di te. Veramente è una possibilità di espressione. La considero tale e molto spesso adesso anche i ragazzini, i bambini fanno fatica ad esprimere veramente la loro unicità. Si segue sempre uno stereotipo. Si ha paura di essere se stessi, a volte. Attraverso l’amaca si ritorna veramente in contatto con l’autenticità di noi stessi. Quando sei all’interno del tessuto c’è quasi un ricordo embrionale se vogliamo.

Ho visto in effetti dei video dove ci mostri il Flying Yoga Dance, questo volo dentro l’amaca. Ci hai spiegato delle cose che emozionano, legate anche alla tua storia, ma da un punto di vista tecnico, in modo sintetico, come funziona? Quando parli di amaca, come funziona tecnicamente il Flying Yoga Dance?
Questo tessuto monoelastico, legato al soffitto, ricrea proprio la struttura di un’amaca, che accoglie e sostiene il corpo. Crea quasi un annullamento della forza di gravità quindi è un sostegno, è un aiuto per entrare nelle varie asana dello yoga, ad esempio e in maniera un po’ più accessibile a tutti.

Addirittura a volte può anche esaltare l’asana stessa, quindi la postura. Quindi lo strumento può facilitare o aumentare la possibilità di un gesto atletico, di un gesto motorio. La leggerezza che si prova quando si va a testa in giù è qualcosa di indescrivibile. La colonna vertebrale si allunga, si crea lo spazio intervertebrale e la leggerezza che si può creare sia sulla parte strutturale del nostro corpo che sulla parte proprio animica, su ciò che succede all’interno di noi stessi, a livello proprio di sensazioni più profonde è qualcosa veramente di unico e che dà grande benessere psicofisico.

Accade non solo agli adulti ma anche ai bambini. Infatti i bambini sono proprio i primi amanti del Flying Yoga Dance e devo dire che la cosa più bella in assoluto è vedere come loro possano riuscire in cose dove magari gli adulti si pongono dei limiti. Allora lì ti trovi di fronte a qualcosa di speciale, capisci quanto sia l’adulto che limita il bambino. Non solo il bambino visto come figlio, ma limita il bambino che è dentro di sé.

Quando tu dai spazio a quel bambino, ritrovi veramente te stesso, ritrovi veramente la tua unicità ed è questa la magia del Flying Yoga Dance. A livello tecnico potremmo parlare per ore e ore, Per tutto ciò che riguarda l’apporto linfatico, ma anche per ciò che succede al cuore quando si va in inversione, agli organi interni, è un auto massaggio. Credo che a livello proprio energetico sia la cosa più pazzesca, la cosa più magica che avvenga con questa disciplina.

È davvero molto affascinante ciò che ci stai raccontando. Quindi Cristian ci stai dicendo che è rivolto a tutti, cioè tutti possono fare Flying Yoga Dance, non servono dei requisiti fisico atletici di base? Qualsiasi età?
Sì, tutti possono praticare Flying Yoga Dance. Abbiamo persone di 60, 70 anni che lo praticano. Le donne sono le più aperte alla mia disciplina. Però ci sono anche tanti uomini. Abbiamo un’utenza speciale quali le donne in gravidanza ed è fantastico vedere la donna in gravidanza accolta dal tessuto.

È come una matrioska d’amore, tu entri nell’amaca che sei con il tuo bimbo. Tu stessa rivivi la magia uterina, la magia del feto, magari nella posizione fetale e il tuo bimbo all’interno rivive con te la stessa emozione. Dunque c’è questo transfert magico che si crea. Poi naturalmente c’è tutta la parte prettamente più tecnica con le meditazioni pranayama.

Facciamo molta attenzione all’aspetto anche strettamente yogico, si tratta di uno yoga un po’ più moderno, pur rispettando sempre la tradizione. L’innovazione qual è? Che è come se fosse miscelato con la danza che alleggerisce tutto e anche il gioco.

Benissimo, Cristian. La cosa interessante è che il libro è veramente lo strumento informativo che ti prepara da un punto di vista conoscitivo al Flying yoga Dance e in più, in maniera esclusiva, ti dà l’accesso a tutta una serie di video che ti guidano a capire meglio da un punto di vista visivo e operativo, come questi movimenti, come questo fluttuare, come questa danza magica si sviluppa.

Christian è veramente affascinante e noi staremmo qui ad ascoltarti per ore, ma siamo giunti alla conclusione di questa intervista.

Ci tengo tanto a questo fatto che hai detto tu dei 21 video, perché ci ho messo talmente tanto impegno e tanto amore. Mi sono dato tantissimo, svelando molto della mia metodologia. Quindi è come un dono che io faccio al lettore.

Esatto. Questo libro poteva costare qualche centinaio di euro senza problemi per quello che c’è dentro. Lo potete acquistare in cartaceo e anche in ebook. L’ebook addirittura a 9.99 e il cartaceo a 25,40 euro. C’è un valore enorme dentro perché, ripetiamo, oltre al contenuto scritto, che è un metodo unico al mondo, frutto di un’esperienza straordinaria e profondissima, ci sono anche poi tutta una serie di video.

Ce ne sono tantissimi legati a ogni tipologia di fase del metodo. Christian grazie di cuore. Non aggiungerei altro perché è nel libro che andremo ad assaporare tutte queste cose nuove che ci hai insegnato, che ci hai svelato. Comunque, nel tuo settore sei già più che famoso.

Spero veramente che il tuo centro dalla Puglia possa espandersi in tutta Italia, come credo già sta succedendo. Un’ultima domanda Cristian, se posso, come ti sei trovato con il nostro servizio Bookness?

Mi sono trovato veramente bene con voi di Bookness, tutti grandi professionisti, pronti a risolvere i problemi tempestivamente. Disponibili veramente in qualsiasi momento. Hai saputo dirigere in maniera particolare questo progetto che non era semplice e, come tutte le mie cose, un po’ esagerato. Nel senso che non abbiamo fatto un solo video ma 21, quindi mi hai aiutato tanto.

Anche a canalizzare bene tutta la valanga di cose che volevo fare, mi hai indirizzato bene. Ti ringrazio e ringrazio tutti, dalla parte editoriale a tutti quanti veramente. Grazie. Mi sono trovato molto, molto bene e mi avete dato la possibilità di entrare in profondità. Perché non mi ero fermato a comprendere quanto fosse importante scrivere. E tu mi hai fatto capire, mi avete fatto capire l’importanza di imprimere su carta ciò che senti, ciò che fai nel quotidiano.

Come si dice: verba volant scripta manent ed è proprio così e quindi ti ringrazio. Grazie della guida.

Grazie a te Cristian. Senti, un’ultimissima domanda: ma questa amaca riuscirebbe a sostenere i miei 115 chilogrammi?
Ah! Ah! Guarda Emanuele, ti direi “Volere potere volare”.
Grande! Ciao Cristian. Volere potere volare.
Ciao, ciao a tutti.