Ciao a tutti e benvenuti in questa nuovissima intervista di Bookness. Per me è veramente un grandissimo piacere avere dall’altra parte una persona a me vicina, viviamo nello stesso paese, ma che ha avuto un grande riscontro in ambito artistico, soprattutto nel settore cinematografico.
Lei si chiama Manuscia Del Rosso. Dicci chi sei e di che cosa ti occupi.
Ciao a tutti. Ciao Ema. Beh, sono una semplice mamma, che però nella vita ha avuto anche un colpo di fortuna, oppure è stato il destino, non lo so. Sono entrata nel cinema dopo diverse esperienze e mi sono trovata di colpo a stare sui set, nel mondo del cinema ed eccomi qua.
Manuscia Del Rosso Manu in 100 pagine” il tuo nuovo libro dove hai racchiuso le preziose pagine della tua vita, le tue esperienze e il grande amore per la tua famiglia, per il lavoro e per gli eventi belli e meno belli che hanno contraddistinto l’esistenza di oggi.
Questa è la storia di ognuno di noi, ma in particolar modo questa tua storia è, come dire, avvincente allo stesso tempo e in alcune fasi anche educativa.
Ho voluto mettere in un libro le quattro sfaccettature di me stessa. Quindi, da quando sono stata bambina e poi donna, ragazza, madre. Parlare anche di quando nel mio lavoro sono diventata un’artista. Però, ciò che volevo trasmettere alle persone è che la vita, nel bene e nel male, è piena di sorprese.
Mi sono trovata nella mia vita ad affrontare sorprese belle, sorprese brutte, ma comunque ho sempre avuto il coraggio di andare avanti. Ho voluto raccontare a tutti ciò che è stata la mia esperienza di vita, come madre, come moglie e, soprattutto, come attrice. Raccontare quindi come ho iniziato il mio lavoro, perché, sai, molti mi domandano come ho iniziato e cosa ho fatto, e così nel libro ci sono anche le mie esperienze lavorative.
Sono stata felicissima perché, voglio dire, hanno aggraziato anche la mia figura, come si dice. E poi a settembre invece, ho preso un altro premio speciale, sempre da produttori e registi, come nuovo talento del cinema. Quella non è una fine, ma è un inizio. Spero che sia un inizio, un continuo del mio lavoro.
Grazie. La prima presentazione del libro è stato un bell’evento nella nostra città e lo sono state in particolar modo le recensioni che hai ricevuto. Prima dell’intervista mi citavi la recensione di Claudio Lippi.
Si, la recensione che mi ha fatto più piacere di tutti è stata quella di Claudio, perché lui è stato il primo a leggere il mio libro.
Cara Manuscia, so che stai vivendo un momento emotivamente molto intenso, perché si avvicina il giorno della conferenza stampa nella quale presenterai ufficialmente quello che, secondo me, non è solo un libro, ma è un racconto di una persona straordinaria. Non solo perché come donna hai proprio la natura della sintesi, tra ragione ed emotività, passione, fermezza, intraprendenza, sacrificio e potrei aggiungere tante altre doti; ma so che sei soprattutto una splendida persona, della quale si conosce poco, perché sei anche riservata.
Si conosce il tuo curriculum professionale, dove sei stimata da tutti coloro con i quali hai avuto modo di lavorare, registi, attori, colleghi. So che questa tua apertura, questo tuo mettersi a nudo e non facciamo delle stupidissime battute sul fatto della tua femminilità prorompente, ma tenera, dolce, quasi virginale, so che ti può essere costata fatica, ma credo che tu abbia fatto un grandissimo lavoro su te stessa.
Hai portato tutto questo a chi ti leggerà, e spero siano tanti, perché oggi in cui si parla solo di guerre, di emigranti, di corruzione, di disvalori, sapere che c’è una persona nel mondo come te è molto importante.
Sei anche un grande orgoglio, sei marchigiana, quindi italianissima, sapere che c’è qualcuno che ricopre ruoli straordinari quali quello di una splendida moglie, di una meravigliosa mamma, di una straordinaria attrice e da oggi anche una scrittrice, è un messaggio bellissimo.
Ti auguro tutto il meglio perché te lo meriti e sono davvero orgoglioso di esserti e di averti amica. In bocca al lupo! Mi sto emozionando.
Certo, Senti Manu, ma più precisamente a chi è rivolto questo libro?
È rivolto a un pubblico svariato. Il giorno della presentazione, si presentò un signore molto carino e mi disse: “So che è un libro da donne, ma lo voglio acquistare solamente per la bella donna che sei”. E ho risposto: “Guarda non è un libro da donne. È un libro aperto a tutti perché comunque fa piacere leggerlo. Ci sono i sentimenti, le emozioni, le esperienze che magari oggi i bambini non vivono più”.
Nel mio libro racconto la mia infanzia in campagna, quindi in mezzo alla natura, agli animali e oggi i bambini non hanno più queste esperienze, perché vivono cose molto più metropolitane. Poi è anche per tutte le persone che hanno dei sogni nel cassetto. Il sogno del cinema l’ho abbandonato quando avevo vent’anni.
Sono stata una ballerina a livelli molto alti di danza classica, ho lavorato nei teatri e poi, purtroppo, una brutta esperienza negativa mi ha fatto interrompere questa carriera. Sono caduta, dico la verità, a vent’anni, in uno sconforto davvero molto pesante, per poi farmi forza e ricominciare. Quindi è anche uno spronare le persone a non abbandonare mai ciò che veramente hanno nel cuore, quindi a provarci. Poi come va, va.
Esatto. Allora, vorrei fare una piccola rettifica a quello che hai detto dato che Claudio Lippi non è stato il primo, bensì il secondo, a leggere il tuo libro. La prima persona a leggerlo sono stato io avendolo pubblicato.
Ed è questo che emerge da questo libro, un racconto così spontaneo che dimostra alla fine come i sogni possono essere recuperati, possono essere riaccesi, come in un romanzo che lessi tanto tempo fa e che mi è piaciuto tantissimo. Si chiama “Le braci”. Parlava proprio di questo aspetto: i sogni, le passioni sono proprio come le braci, basta un piccolo soffio, talvolta, per riaccendere il fuoco.
Questo tuo libro dimostra esattamente questo spirito di riconquista, di rivalsa. Bene Manu, quali sono adesso i tuoi progetti futuri? Sia per la presentazione del libro in altre sedi, sia per la tua carriera cinematografica.
Ho in programma, forse non ne potrei parlare, ma ti svelo che ho in programma un film. Un film del quale dovremo vedere gli ultimi accorgimenti, quindi ancora è tutto nel limbo. Dopo di che ho dei festival del cinema, dove presenterò di nuovo il mio libro. Il primo sarà a Fiuggi, a giugno, al Ciak Film Festival e ne dovrei avere in programma poi altri due. Questi sono ancora in fase di pianificazione.
Ho questi progetti, compreso quello di tornare comunque al mio lavoro, quindi il cinema, ma, ti dico la verità, mi piacerebbe moltissimo anche il doppiaggio e sto entrando un pochino in questa situazione insieme a Giorgio Borghetti. Lui è master in doppiaggio, spero di intraprendere anche questa cosa del doppiaggio perché nella vita si impara sempre, si fanno sempre cose nuove. Oltre poi a shooting e pubblicità.
Però, ripeto, il mio progetto è anche darmi al doppiaggio, perché dal cinema si passa anche a queste cose più tecniche che però aiutano. Aiutano anche a crescere. E quindi, eccomi.
Un’ultima domanda Manu, è chiaro che chi come te, e anche come me, si espone, oggi sui social online per cercare, attraverso questo tipo di promozione individuale, di promuovere il proprio progetto, va incontro spesso anche a delle critiche.
Ora, dopo che hai pubblicato questo libro, tutte quelle voci che conosciamo, che erano critiche, le hai più sentite? Come è stata la reazione? Cosa hai assaporato, percepito, dopo che hai pubblicato il libro? Perché tanto si sa che viviamo in un mondo in cui per alcuni risuoniamo e per altri invece un po’ meno. Come è stato questo riscontro?
Ti dico una cosa, Emanuele. Per il mio orgoglio personale è stata una soddisfazione personale, una crescita personale, perché, mentre scrivevo il libro, ho rivissuto tutta la mia vita ed è stata la cosa più bella che veramente ho provato. Solo con quest’esperienza uno può riassaporare la sua vita.
Poi, come hai detto tu, comunque di critiche di persone che magari non hanno una buona opinione di te ce ne sono tantissime e nel mio lavoro sono abituata a sentire cose belle e cose brutte. Quando la critica è costruttiva, l’ho sempre comunque anche accettata. Poi quando la critica è fatta tanto per dire quella cosa senza senso, allora neanche gli do peso.
Quindi l’unica cosa che oggi come oggi posso dire è che sì, ci sono magari state persone che ancora continuano a criticare, però vivo per me stessa e per le mie soddisfazioni. Poi, se le persone mi amano e mi accettano per quello che sono, bene; altrimenti, vivo ugualmente, sto bene. Comunque, sto bene con me stessa e va bene così.
La cosa che ho sempre preso un po’ nello stomaco, diciamo così, è quando una persona ti ignora. Quella è una cosa brutta, capisci? Quindi se anche mi criticano significa che comunque non mi ignorano. Prendiamoci sia le critiche che le cose belle. Ecco, la vita è questa.