Ciao a tutti e benvenuti in questa nuovissima intervista di Bookness. Per me è veramente un grandissimo piacere avere dall’altra parte l’autrice Cristiana Urbani.
Ha scritto il libro “Vi presento le lingue straniere“, il manuale che tutti gli aspiranti studenti di lingue dovrebbero avere”. Ciao Cristiana, dicci chi sei e di che cosa ti occupi.
Ciao a tutti, mi chiamo Cristiana Urbani e sono un insegnante di lingue, da circa vent’anni e questo libro è appunto frutto della mia esperienza come insegnante e anche dell’osservazione costante che ho avuto in questi anni dei miei studenti e che mi hanno praticamente ispirata a voler scrivere questo libro.
Quindi lo dedico a tutti i miei studenti e chiaramente anche a quelli futuri che magari ci potranno essere, chiaramente sperando che questo libro venga preso, perché è un punto di partenza per chiunque voglia imparare una qualsiasi lingua straniera e chiunque ha avuto dei problemi in passato con delle lingue e non è riuscito ad impararle, perché ci sono delle linee guida anche per loro.
Probabilmente, da quello che sto intuendo, tu hai un tuo metodo specifico che si allontana un po’ da quello che uno a livello anche istituzionale impara a scuola, è corretto? Hai un metodo tuo? Per questo te l’hanno chiesto?
Diciamo che più che un metodo, come faccio anche presente nel libro, è più che altro un cercare di impostare la mente dello studente ad accogliere una lingua che è diversa rispetto al cosiddetto metodo.
Cioè, il metodo cosa significa? Apri il libro, fai gli esercizi, ripeti e tutte queste cose. Mentre volevo fare un discorso un po’ più ampio, quindi non soltanto fare l’esercizio oppure ripetere le solite cose che si fanno comunque durante l’apprendimento che sono chiaramente utili, però è proprio una questione di impostazione della mente, nel senso che devo sapere prima di tutto che cosa sto studiando.
Cioè nel senso: devo imparare l’inglese? Ok, ma che cos’è la lingua inglese? Devo imparare il francese, devo imparare l’arabo, una qualsiasi lingua. Quindi si deve sempre partire da che cosa noi stiamo studiando e soprattutto come è fatta la struttura di una lingua.
E questo è molto importante perché poi andremo a vedere che tutte le lingue, come appunto riporto nel libro, seguono tutte una struttura, sia linguistica che riguarda anche magari l’alfabeto, riguarda le parti del discorso, quindi ogni lingua ha le sue e quindi magari si parte da una lingua e si impara la struttura e poi si viene a scoprire che anche altre lingue hanno una struttura molto simile. Quindi indirettamente sto studiando più di una lingua e non me ne sto rendendo conto.
Diciamo che questo è anche molto affascinante come discorso, infatti lo approfondisco nel modulo sulle famiglie linguistiche, che sono poi quelle su cui mi concentro.
Mi concentro molto su quelle europee e quelle che ci riguardano più da vicino che sono appunto le lingue slave, germaniche e quelle latine che raggruppano le lingue che parliamo nel nostro continente fondamentalmente e che hanno dei punti in comune.
Sì, questo è un po’ come quando uno cerca di fare una dieta oppure come quando qualcuno cerca di sfondare come imprenditore oppure un atleta.
L’aspetto predominante da cui partire è proprio il mindset. Questo aspetto però non era mai stato declinato in questa maniera o, per lo meno, non l’avevo mai sentito per quel che riguarda l’apprendimento delle lingue straniere. Molto interessante. Quali sono quindi gli aspetti principali che devono essere soddisfatti per avere un mindset efficace per imparare una lingua straniera?
perchèLa prima cosa secondo me è partire dalla propria situazione personale. Perché, come faccio anche presente nel libro, noi possiamo imparare le lingue in qualsiasi momento della nostra vita. Quindi se ho 10 anni, diciamo sono in una fase preadolescenziale e ho una certa impostazione mentale, ma anche naturale, dovuta anche alla questione dell’età. Se invece ho 15 anni, ho 20 anni, ho un’altra impostazione mentale. Se ne ho 40, 50 e così via, e quindi la prima cosa da fare è partire appunto dalla propria situazione; cioè io che cosa voglio fare, cosa voglio imparare e che cosa posso fare a quest’età.
Perché può sembrare assurdo, però i ragazzi, quelli più giovani, hanno dalla loro parte il tempo, e il fatto che sono, diciamo, in una fase in cui la mente è pronta ad accogliere qualsiasi tipo di informazione e sono in grado di elaborare qualsiasi tipo di discorso. Si fa più fatica magari nella fase, io la chiamo fase pensionabile o quando ci sono quelle persone che a un certo punto decidono di intraprendere lo studio di una lingua perché si sono appassionate di qualcosa e allora a quell’età hanno sì meno tempo, però hanno fatto più riflessioni durante la vita e quindi magari hanno più motivazione.
Diciamo che la prima cosa che dico di fare è di iniziare a fare una riflessione personale su quello che si vuole fare e poi trovare chiaramente il punto di partenza giusto, quindi cominciare a organizzarsi, come faccio anche presente nel libro: da dove comincio, cosa comincio a fare. Ma è soprattutto un interesse, oppure no, perché non tutti in questo mondo sono appassionati di lingue, non tutti sono interessati a questo settore. Va benissimo, dico che vanno rispettati.
Però ci sono alcuni che non vogliono proprio, perché magari hanno avuto uno scoraggiamento per via delle esperienze personali che hanno avuto verso la lingua e quindi non sono propensi a volerla riprendere. E quindi quello che cerco di fare è di dire: guarda che non è così il discorso. Infatti faccio anche un elenco di errori più comuni che si fanno quando si imparano le lingue. Magari qualcuno legge questa lista e si ritrova in qualcuno di questi errori. Chiaramente do anche dei suggerimenti, poi sta alla persona.
Ricordiamoci che l’apprendimento non si può delegare a qualcuno, cioè l’apprendimento è personale. L’insegnante fa un 20%, 30% ma il resto lo devi fare tu.
È una sorta di acceleratore di apprendimento il tuo libro?
Esatto. Più che altro, ripeto, è un modo per impostare la mente delle persone alla ricezione di messaggi linguistici, come dico anche, per cui tante volte magari uno trascura anche il fatto di sapere come è fatto l’apparato fonatorio di una persona, cioè il modo in cui noi ci esprimiamo, quindi il tono della voce e l’articolazione dei suoni. Questo è molto importante anche perché ci aiuta nella pronuncia, per esempio, delle lingue che stiamo studiando perché non tutte le lingue si pronunciano allo stesso modo o meglio le lettere non tutte si pronunciano allo stesso modo chiaramente.
Ad esempio, noi abbiamo delle lettere dell’alfabeto, 21 nella lingua italiana e ce ne sono magari 26 in quella inglese che poi è l’alfabeto quello più conosciuto e si pronunciano in maniera diversa. Quindi faccio presente anche questa cosa. Il fatto di conoscere cose che non si tengono in considerazione, quando noi impariamo una lingua straniera.
Faccio in questo libro una panoramica, ecco perché dico: “Vi presento le lingue straniere”, cioè faccio una panoramica di tutto quello che riguarda una lingua, una qualsiasi lingua e poi sta allo studente mettersi in moto.
Qual è stata la reazione degli studenti dopo che hanno visto che il tuo libro era pronto?
Allora, alcuni: brava prof, non ci posso credere, ma alcuni mi hanno anche scritto perché comunque nel libro ho messo anche una mail dedicata e alcuni mi hanno anche scritto facendomi anche i complimenti, quindi dimostrando anche di aver acquistato il libro e questo è molto, molto importante perché, comunque conoscendomi, hanno detto che era come se mi sentivano parlare cioè nel senso che era come se stessi lì con loro. Per cui è stato un bel complimento.
Sì, è stata una manifestazione di coerenza, no? In base a ciò che insegni, hai poi riportato sul libro le stesse conoscenze. Benissimo. Vedo che il libro sta avendo le prime recensioni, come stanno andando le vendite?
Diciamo che stanno andando abbastanza bene. Oggi ho ricevuto un messaggio su Whatsapp di un’associazione che ha acquistato il libro perché vuole farlo prendere appunto agli studenti di questa associazione, il che mi fa molto piacere e si sta muovendo abbastanza bene.
Sono contenta perché si cominciano a vedere anche i risultati di questo sforzo e quindi, chiaramente, è ovvio che spero che la cosa andrà sempre di più migliorando, chiaramente e soprattutto perché ritengo che sia, ripeto, un ottimo punto di partenza per chi vuole imparare una nuova lingua. Per cui lo consiglio vivamente a tutti.
Considerando che parlo anche di questioni relative agli aspetti culturali dei popoli di cui stiamo studiando la lingua che sono molto importanti perché comunque, ad esempio, i giorni della settimana nelle lingue germaniche derivano dagli dei, dei germani, ad esempio; così come i giorni della settimana italiani, ad esempio, dagli dei romani.
Quindi ci sono anche dei collegamenti tra culture e lingue che sono anche molto interessanti da conoscere, per cui quando si impara una parola si impara una frase, qualcosa. Alla fine diciamo che imparare una lingua è fare anche tutto un collegamento con tanti aspetti, quindi non soltanto meramente linguistici o legati alle parole, quindi che coinvolgono, diciamo, anche aspetti culturali.
“Vi presento le lingue straniere“. È un libro che, abbiamo detto, aiuta, facilita e velocizza l’apprendimento delle lingue.
Cristiana ciao, ci sentiamo presto. Un abbraccio.